È morto il mio amico “Achille”, quell’amico che fino a qualche giorno fa mi parlava di amori amari e passeggiate nel bosco.
Lui da qualche giorno non c’è più.
Ed io l’ho pensato ogni giorno, più forte ancora da quando ho avuto questa notizia.
Io penso e vorrei cancellare il passato.
Vorrei che il mio ultimo ricordo di lui fosse quell’ultima notte insieme.
Di quando era già tardi, ma la luce doveva rimanere accesa…
Perché lui aveva tante cose da dire in quella lettera a suo figlio…
Quando era già cosciente di una fine.
Quando gli spiegava come comportarsi al meglio con la madre, come accudirla, come coccolarla.
Proprio quella donna che diceva di non aver amato profondamente.
Eppure restava il suo ultimo pensiero.
Ma la realtà è stata diversa.
La realtà non è così dolce come vorremmo.
Il mio ultimo ricordo di te è distante, amico mio.
Non nel tempo, nello spazio.
Perché con quella diagnosi infame non potevo più avvicinarmi a te, né per una carezza, né per rincuorarti con un sorriso, neanche da lontano.
Positivo al SARS-COVID-19.
Quanto ti ho pensato amico mio. Quanto eri arrabbiato. Non sapevi. Non capivi. Ti sei sentito solo.
E io non potevo niente.
Spero solo che quella lettera sia arrivata al legittimo destinatario.
E spero solo che chi deve, capisca presto che è triste sentirsi impotenti, ma ancora di più, lo è morire soli.
State a casa, branco di insensibili. Fate la differenza.
Non è un peso tenere un culo su un divano.
Perché non è un peso che portate nel cuore.
My friend “Achille” died, that friend who until a few days ago told me about sad affairs and walks in the woods.
He hasn’t been around for a few days.
And I thought of him every day, even more since I got the news.
I think and would like to erase the past.
I wish my last memory of him was that last night shift together.
When it was already late, but the light had to stay on … Because he had so much to say in that letter to his son …
When he was already aware of an end.
When he explained to him how best to behave with his mother, how to care for her, how to pamper her.
The very woman he said he didn’t love deeply.
And yet his last thought remained.
But the reality was different.
Reality is not as sweet as we’d like it to be.
My last memory of you is distant, my friend.
Not in time, in the space. Because with that infamous diagnosis I could no longer approach you, neither for a caress, nor to hearten you with a smile, not even from afar.
Positive on SARS-COVID-19.
How I thought of you, my friend. How angry you were. You didn’t know. You didn’t understand. You were lonely.
And I couldn’t do anything.
I just hope that letter got to its rightful recipient.
And I just hope that those who must soon realise that it’s sad to feel powerless, but even more so, to die alone.
Stay at home, you bunch of numbs. Make a difference.
It’s not a burden to keep an ass on a couch.
Because it’s not a burden you carry in your heart.